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Ostuni: Esercizi Spirituali Ordo virginum Puglia 2012

A ridosso di un paesaggio ridente, ricco di suggestioni, pavide all’aurora, forti e aspre al lucore del giorno, deboli e dolci all’orlo della sera, intense e gravide di segreti la notte, il centro di spiritualità “Madonna della Nova”, dal 13 al 18 luglio scorso, ha accolto noi consacrate nell’Ordo virginum pugliesi. Già alcuni giorni prima, attraverso il relatore, mons. Giuseppe Satriano, il Protagonista degli Esercizi Spirituali, ci aveva raggiunte con un vademecum, perché avendo noi ha accolto la sua ispirazione e ardentemente desiderato intraprendere il “santo viaggio”, lungo il cammino non smarrissimo le Sue vie nel nostro cuore, le cui porte avrebbe aperto solo Lui, con modalità e in tempi a noi sconosciuti.
I giorni trascorsi insieme sono stati meravigliosi! Essi si sono giocati tutti sull’ascolto “continuo” della Parola, letta, raccontata, interrogata, meditata, pregata, offerta, sacrificata, desiderata, consumata; sul silenzio; sugli sguardi; sul sorriso, sui battiti unisoni del nostro cuore.
La Lectio Divina, curata con dovizia di particolari dal relatore, ora dopo ora, giorno dopo giorno, lentamente… ci ha immerse nel significato più recondito delle pagine sulla sequela Christi, secondo Luca, oggetto degli Esercizi.
Nel primo momento comunitario, la Lectio, mentre leggevamo e ascoltavamo attentamente, interrogandoci su “che cosa dice la Parola?”, rivoli di luce alitavano sul peso oscuro di ogni nostro pensiero e … gli animi, a poco a poco, si riscaldavano fino ad accendersi durante il secondo momento, quello riflessivo – personale, la meditatio e l’oratio.
Entrando in dialogo con la Parola “ che cosa mi dice la Parola?” “Che cosa io dico a Dio?”, nel nostro intimo errabondare eravamo colte da stupore, perché l’Acqua, scaturiente a scrosci dal silenzio sonoro della pagina biblica, lacerata e stritolata, se da una parte allagava i meandri del cuore, dall’altra acuiva, spesso in modo spasmodico, la nostra sete di Verità. Di fronte a tale “mistero”, si imponeva solo un attonito tacere della ragione e “ venerari cernuae”.
Nell’approssimarsi del terzo momento, anche esso comunitario come il primo, la collatio, la confusione interiore andava cedendo il posto al bisogno profondo di ascoltarci reciprocamente. Infatti nell’atto della condivisione “che cosa condivido io con il gruppo?”, abbiamo accolto l’una l’altra le sorprese che lo Spirito ci aveva riservato, mentre il fuoco che ci ardeva in petto, si stemperava in rugiadosa tenerezza. Un momento di vero godimento interiore, ma evidente all’esterno!
L’incessante invito alla sequela, cioè “al coinvolgimento di tutta la persona e di tutta l’esistenza nella via dell’ Amore” ha trovato una sosta essenziale durante il nostro cammino eserciziale, nell’adorazione della Croce. Qui l’amore silente di Dio per il “Figlio suo, l’eletto, obbediente fino alla morte ed alla morte di croce, ora reietto e disprezzato dagli uomini”, ha incrociato il nostro silenzio amante, alla luce fioca della cappella. Nell’abbraccio di turno al Crocifisso, ognuna ha potuto “ auscultare” sempre più tenue il delirante battito del suo cuore, che, dal pozzo della sua desolazione, boccheggiando sussurrava: “Da sempre ti ho amata, rimani nel mio amore”. Ora sappiamo non solo con la mente, ma anche con il cuore che l’itinerario di sequela porta alla realizzazione del sé solo attraverso la dimensione del “perdere” cioè dell’amare, superando l’amore. L’ultimo momento della Lectio divina, quello operativo- personale, cioè l’actio altro non è che la Parola, divenuta vita della nostra vita.
A questo punto dobbiamo raccogliere la sfida di una sequela basata sui fatti, non sulle, pur vere, parole o emozioni di determinati momenti e vincerla.
Le giornate degli Esercizi, strutturate in maniera, teologicamente parlando, molto valida, hanno avuto al centro la Celebrazione Eucaristica, “ fonte e apice di tutta la vita cristiana”. Intorno ad essa ruotavano agli altri momenti, in un’armonia di suoni, canti, profumi, luci, ombre, silenzi, abbracci del cuore, intese profonde che conciliava il nostro bisogno di “farci solitudine per divenire amore”. Gli esercizi non sono finiti, continuano per le strade sul passo ubiquo di Dio. Abbiamo ringraziato il nostro Sposo Gesù, che, complice il Padre e lo Spirito, per catturarci all’Unico Amore Trinitario, ci tende continue “trappole” e si serve di tutto, anche di sorelle straordinarie e di … un relatore eccezionale, per testimoniare che “Amore è dove ieri è sempre ancora”.
La Madonna Nikopedia (vittoriosa), sotto il cui sguardo materno abbiamo vissuto gli Esercizi, ripete anche a noi come ai servitori a Cana : “ Qualunque cosa vi dirà… fatela” offrendoci la chiave del “successo”. Siamo in “ottime mani”, coraggio.