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Grido di pace in un mondo ferito

Tante, troppe sono oggi le voci che si levano a Dio da ogni angolo del pianeta. Voci di dolore, di supplica, di disperazione. Voci che provengono da terre martoriate come Gaza e Israele, Ucraina e Russia, Congo, Myanmar, Haiti, Cambogia, Sahel, Sudan, Messico… solo per citarne alcune. Sono grida che raccontano guerre, violenze, distruzioni. Conflitti antichi mai sopiti e nuovi focolai che si accendono. Guerre dichiarate e guerriglie striscianti, che mietono vittime innocenti tra civili inermi, coinvolti loro malgrado. Vite spezzate fisicamente, ma ancor più devastate moralmente e spiritualmente.

Noi, che viviamo ancora in una piccola oasi di pace e benessere, non possiamo restare indifferenti. Siamo chiamati a lasciarci scuotere, a sentire il peso di questa sofferenza, a rispondere con la forza della nostra fede.

Come donne credenti, ci uniamo alla Chiesa Cattolica e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per invocare con forza la pace. Chiediamo che si compiano tutti gli sforzi possibili per costruirla, custodirla, diffonderla. Perché la pace vera nasce dal cuore, non conosce odio né violenza, ma costruisce ponti di dialogo e riconciliazione, supera le divisioni e cerca il bene comune.

La pace è un dono di Dio. È il dono pasquale che Cristo risorto offre ai suoi discepoli dopo aver attraversato la morte:«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14,27) come ricordato più volte da Papa Leone XIV fin dal suo primo discorso pronunciato nel giorno della sua elezione. Essa è legata allo splendore del volto di Dio (cfr. Nm 6,24-26), culmine dei suoi doni all’umanità. Nasce dalla contemplazione del volto divino, fonte di sicurezza e gioia (cfr. Sal 21,7; 16,11). In Gesù, Figlio di Dio, possiamo contemplare questo volto: in Lui siamo figli amati dal Padre. E in questa consapevolezza affonda la radice più autentica della pace.

Avvicinandoci all’VIII centenario della morte di San Francesco d’Assisi, che celebreremo nel 2026, vogliamo fare nostre le sue parole, oggi più che mai necessarie e urgenti:

Oh, Signore,

fa’ di me lo strumento della Tua Pace;

Là, dove è l’odio che io porti l’amore.

Là, dove è l’offesa che io porti il Perdono.

Là, dove è la discordia che io porti l’unione.

Là, dove è il dubbio che io porti la Fede.

Là, dove è l’errore che io porti la Verità.

Là, dove è la disperazione che io porti la speranza.

Là, dove è la tristezza, che io porti la Gioia.

Là, dove sono le tenebre che io porti la Luce.

 

Oh Maestro,

fa’ ch’io non cerchi tanto d’essere consolato, ma di consolare.

Di essere compreso, ma di comprendere.

Di essere amato, ma di amare.

Che queste parole diventino il nostro impegno quotidiano. Che la pace non resti solo un desiderio, ma si trasformi in azione, in testimonianza, in preghiera viva.

Buona solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

13 agosto 2025

In comunione di preghiera.

Marta, Marinella, Mimma e Viviana.

Gruppo per il collegamento Ov delle Diocesi che sono in Italia.